A Milano una manifestazione a favore dei detenuti politici in Venezuela
Il giorno sabato 14 Marzo, a Milano, si è tenuta la manifestazione a favore della libertà d’espressione e per la liberazione dei detenuti politici in Venezuela.
I diritti fondamentali in questa nazione sono da qualche tempo sottoposti a dure prove: non sono più vigenti le garanzie per chi la pensa diversamente né per chi non condivide più il sistema del socialismo bolivariano. Con i fatti accaduti di recente, tra cui la detenzione del sindaco di Caracas Antonio Ledezma e l’uccisione di un giovane studente (ennesima vittima delle forze governative), il clima di proteste si è fatto più acceso. E’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la risoluzione numero 8610, che sostiene che ogni esponente delle forze dell’ordine può sparare alle masse di manifestanti, solo in base alla propria personale valutazione. Un importante esponente del governo presso l’ONU ha dichiarato di ritenere l’uccisione di un oppositore meno grave di quella di un “chavista”, poiché la morte di un individuo con la testa vuota non è una vera e propria perdita. Fatti e dichiarazioni del genere sono ulteriori motivi di tensione che si sommano alla già precaria situazione sociale dal paese.
La manifestazione di Milano svoltasi dopo analoghe iniziative a Roma e in altre capitali nel mondo, è stata organizzata dall’Organizzazione Comando Simon Bolivar di Milano. Il corteo è partito da Piazza San Babila e ha percorso via Matteotti fino ad arrivare a Piazza alla Scala, davanti a Palazzo Marino. Le rappresentanze comunali hanno poi ricevuto la figlia del sindaco di Caracas attualmente imprigionato in Venezuela, Vanessa Ledezma. Le autorità comunali le hanno riconfermato tutta la loro solidarietà.
Nel paese, oltre al sindaco Antonio Ledezma è ancora detenuto in attesa di processo il politico Leopoldo Lopez, insieme ad altre persone ritenute “scomode” dall’attuale governo.
La comunità Italo – Venezuelana di Milano rimane unita al fianco della famiglia del sindaco Ledezma di origini italiane. La comunità, inoltre, fa appello alle istituzioni e alla stampa italiana: è necessario un maggiore interesse riguardo a quanto accade nel paese sudamericano.
Ai nostri microfoni Lisette Fernandez, cittadina venezuelana residente da venticinque anni sul nostro territorio, da sempre impegnata nell’ambito dell’immigrazione e a favore dell’integrazione, auspica una pronta ripresa della situazione economica del paese, che appare sull’orlo del baratro con un’inflazione oltre il 70%.
Secondo l’intervistata, rappresentante di una delle associazioni italo-venezuelane più attive sul territorio, la situazione attuale va affrontata tralasciando il mero dibattito ideologico: devono, in questa fase, prevalere i bisogni del popolo, alla quale si deve quanto prima dare voce con nuove elezioni, anche per evitare l’intervento di forze esterne, che da sempre desiderano influenza sul territorio.
Inoltre, aggiunge che in sedici anni di pseudo rivoluzione i risultati fallimentari sono palesi: la condizione non è minimamente paragonabile ad altre situazioni di destabilizzazione politica viste in passato, come in Cile con il Presidente Allende, dove la carenza di cibo, e le grandi file della popolazione per riuscire a provvedere ai propri beni essenziali erano parte di un piano ben definito da forze esterne. La situazione del Venezuela è, dunque, da attribuire solo all’incompetenza, all’incapacità nel gestire le risorse e nel procurare una pari distribuzione dei beni a favore del popolo. Secondo l’intervistata, non riconoscerlo è da irresponsabili.
Si prevedono altre manifestazioni il giorno 19 Aprile, in contemporanea in tutto il mondo. La data è stata scelta in quanto anniversario della firma dell’atto d’indipendenza dal dominio spagnolo. Il maggior successo di queste iniziative è, per ora, quello di aver smosso l’opinione pubblica riguardo alla condizione in Venezuela: la strada da percorrere per attirare l’attenzione dei governi rimane ancora lunga e richiede la partecipazione di tutti i cittadini, italiani e di tutto il mondo.
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