Vi presentiamo l’Associazione “Seminando Terre Emerse”

Amici e lettori di TCG News, con grande piacere vi presentiamo il Progetto dell’Associazione “Seminando Terre Emerse” che a come obbiettivo dare visibilità ai valori cristiani di accoglienza, solidarietà, giustizia e rispetto del creato. Il progetto si propone inoltre di educare le famiglie che entrano in contatto con esso ad uno stile di vita più sobrio e alla pratica del servizio caritatevole  e fraterno verso i più deboli.

Di cosa si tratta?

Quanto qui presentato costituisce un progetto integrale di formazione ai valori di solidarietà e condivisione in una società interculturale, da attuarsi per mezzo della pratica della carità e dell’agricoltura. Si vuole promuovere un’educazione al rispetto  e alla conoscenza delle diversità innanzitutto tra i giovani proponendo loro esperienze di servizio di volontariato verso i più deboli e di pratica delle tecniche basilari di coltivazione agricola. Il progetto punta a creare relazioni di amicizia e condivisione tra i soggetti diversi per storia e per origine culturale, favorendo la trasmissione del sapere  da parte di coloro che hanno lunga esperienza di coltivazione con metodi naturali, educando i giovani al rispetto della natura e alla conoscenza delle tecniche di coltivazione, con l’obbiettivo di creare nuove opportunità di lavoro nell’ambito della produzione e diffusione di prodotti agricoli realizzati esclusivamente con metodi naturali.

Chi sono i soggetti?

Il primo soggetto è costituito da un gruppo composto da una sessantina di famiglie cristiane di provenienza culturale e linguistica diversa ma tutte residenti in Lombardia e in particolare a Milano e ad Abbiategrasso. Esse da circa sei anni si riuniscono mensilmente presso la parrocchia San Gabriele a Milano e San Pietro ad Abbiategrasso. Tutte le famiglie appartengono alla Pastorale Migranti della Diocesi Ambrosiana e hanno dato vita nel mese di Maggio 2014 all’Associazione “Seminando Terre Emerse”.

Il secondo soggetto è costituito da due aziende poste in Valle Camonica. l’Azienda Agricola “Primo Maggio” di Massimiliano Grassi che a Edolo  contribuisce, attraverso la coltivazione di campi presi in  comodato d’uso, alla tutela dell’ambiente naturale per mezzo di tecniche di produzione prive dell’uso di sostanze chimiche. L’Azienda Agricola Cap Gras” di Nadia Malisia produce invece miele e zafferano a Malonno  dove è stato impiantato anche un frutteto misto di frutti antichi e locali. Tutte le produzioni  sono naturali, cioè coltivate senza l’utilizzo di prodotti di sintesi chimica e senza trattamenti.

Il terzo soggetto  è costituito dai gruppi decanali della Pastorale Migranti Zona IV della Diocesi di Milano, ossia l’ovest della provincia di Milano, che  hanno deciso di aderire al progetto per dare seguito alla necessità di creare rete sul territorio creando nuove vie per dare sostegno all’azione pastorale delle parrocchie  che agiscono per raggiungere le famiglie immigrate. L’azione di questo soggetto è determinante perché può promuovere i valori che ispirano il progetto su un territorio caratterizzato da numerosi terreni coltivabili. L’azione di questo soggetto sul territorio è molto utile per diffondere il progetto e i valori che esso propone presso altre persone sensibili a difendere il proprio territorio dalla speculazione edilizia e dal diffondersi di una mentalità di sfruttamento della natura.

Il quarto soggetto è l’Azienda “Terre di Cielo” di Daniela e Stefano che dal 2016 nella Val Borlezza e a Lovere coltivano frutti di bosco e zucche su un campo di famiglia e sulla collina del Santuario delle Sante concessa in comodato d’uso all’Associazione.

Il quinto soggetto è costituito dalla Casa della Carità di Castelnuovo né Monti dove si accolgono persone sole o con svantaggio sociale in un ambiente famigliare aperto alla condivisione con il territorio. Collegato alla Casa della Carità opera un  numeroso gruppo di famiglie e di volontari che svolgono un servizio di assistenza quotidiano ai disabili e agli ospiti.

Qual è lo scopo del progetto?

Lo scopo è dare visibilità ai valori cristiani di accoglienza, solidarietà, giustizia e rispetto del creato. Rispetto della natura e solidarietà verso ogni persona sono i valori promossi attraverso il servizio ai più deboli nella pratica della carità e nella coltivazione naturale, per realizzare con altri soggetti e con altre aziende un ambiente migliore, potenziando il rapporto con il territorio dove ciascuno vive e opera. Attraverso la pratica del servizio, i rapporti di fraternità stabiliti tra i soggetti che coltivano e collaborano insieme e la promozione di prodotti agricoli naturali, si vuole contribuire a diffondere tra la gente e in particolare tra i consumatori, una cultura alimentare rispettosa dell’ambiente e della salute. Si vuole al contempo restituire al territorio la cura necessaria a prevenire il suo progressivo abbandono e l’insediarsi della speculazione. Il progetto si propone inoltre di educare le famiglie che entrano in contatto con esso ad uno stile di vita più sobrio e alla pratica del servizio caritatevole  e fraterno verso i più deboli.

Il progetto riguarda solo il tempo libero?

No, infatti tutte le aziende sono già stabilmente al lavoro da circa quattro anni mentre la Casa della Carità e le famiglie che operano in essa come volontari sono già  attive lungo tutto il corso dell’anno. Tuttavia soprattutto nella sua prima fase, il progetto non può prescindere dal proporre di tanto in tanto ai suoi aderenti esperienze di condivisione in particolare durante le vacanze estive. Nel futuro sono inoltre previste esperienze di lavoro volontario di singoli o famiglie che affianchino i volontari della Casa della Carità e le aziende già impegnate nel lavoro ordinario. L’obbiettivo  è  contribuire allo sviluppo del progetto con uno spirito di collaborazione gratuita e disponibilità ad apprendere.

Quali sono le fasi per realizzare il progetto?

La rete di relazioni già stabilita tra i soggetti ha già permesso la realizzazione di diverse esperienze. Periodicamente le famiglie si incontrano con le aziende per informarsi delle reciproche attività e distribuire al proprio interno i prodotti ortofrutticoli. Anche con la Casa della Carità i contatti sono frequenti  e si è stabilito con gli ospiti e volontari un legame di amicizia e di fiducia reciproca. I soggetti hanno stabilito di costituirsi in associazione per dare maggiore impulso al progetto e realizzare sui territori interessati diversi punti di coltivazione  e/o distribuzione dei prodotti già realizzati dalle Aziende agricole. Si pensa inoltre ad una casa a Santo Stefano di Vetto (RE) che funga da luogo di incontro, di formazione permanente e di  scambio di esperienze e tecniche di coltivazione tra i soci dell’Associazione per quanto riguarda la coltivazione naturale dei prodotti agricoli.

Dove si realizza il progetto?

Nelle parrocchie di Milano e Abbiategrasso dove si ritrovano buona parte del gruppo famiglie; a Edolo e Lovere dove le aziende svolgono gran parte delle attività di produzione, ma anche a Santo Stefano di Vetto dove l’Associazione, sta progettando la creazione di un polo di formazione e attività agricole.

Come conoscere i dettagli del progetto?

Le finalità delle attività dei soggetti sono descritte nei particolari nel testo “Progetto Terre Emerse” che può essere fornito su richiesta. Si tratta di un testo di circa 30 pagine in permanente revisione dato lo sviluppo progressivo di idee e di attività ad esse connesse.

Esiste un capitale per iniziare il progetto?

Per ora il capitale è principalmente umano. Tutti sono infatti disposti a collaborare alla realizzazione del progetto per mezzo di un loro diretto contributo in termini di lavoro volontario, senza escludere in futuro un impegno lavorativo diretto. Questo unisce gli intenti e fortifica il senso di appartenenza al progetto. Al momento  esiste un fondo in denaro di circa € 11.000 costituito dalle quote associative finora raccolte e da offerte ricevute. Si prevede di aumentare il capitale per mezzo di una percentuale presa dai margini di guadagno realizzati dalle aziende agricole e dalle attività di volontariato.

A cosa serve il denaro?

Innanzitutto come investimento per ampliare la produzione e il mercato dei prodotti delle aziende aderenti all’Associazione. I soci dell’Associazione sono infatti convinti che il progetto dovrà auto-sostenersi per mezzo delle entrate da esso stesso generate fin dall’inizio, perché possa avere un futuro stabile. In secondo luogo il denaro serve al progressivo sviluppo delle azioni di formazione e produzione che l’Associazione ha in progetto di realizzare per il biennio 2018-20 sulla Collina di Lovere e sui terreni marginali a Santo Stefano di Vetto.

Come si prevede l’azione futura?

I soggetti si sentono già pronti e motivati ad agire e prevedono di farlo per mezzo esperienze di condivisione nelle quali coinvolgere un crescente numero di persone desiderose di partecipare al progetto. Famiglie, Casa della Carità e Aziende riuniti in Associazione sono convinti che tutti possano prendervi parte, ciascuno secondo le proprie capacità.