
Tre fotografi messicani: contrappunto e artificio
Quarenghicinquanta apre una finestra sulla
ricerca fotografica messicana
Arrivano dal Messico gli autori della nuova mostra fotografica organizzata alla galleria
Quarenghicinquanta. Si tratta di Angela Arziniaga, Javier Gonzales ed Everardo Rivera,
impegnati in vari fronti della ricerca fotografica come il corpo, la luce, lo spazio, il gioco, la
memoria e la performance.
L’esposizione, intitolata “Tre fotografi messicani: contrappunto e artificio”, sarà allestita dal
7 al 21 aprile nella sede di via Quarenghi, 50 a Bergamo (interno cortile) e verrà
inaugurata sabato 7 aprile alle 18 alla presenza del console del Messico e degli artisti
stessi.
Domenica 8 aprile, inoltre, alle 18 verrà proposto un incontro-dibattito dal titolo “Fotografia
messicana da Manuel Alvarez Bravo ai giorni nostri”, condotto dallo storico della fotografia
Luigi Erba. Gli autori, in residenza alla galleria, saranno parte attiva anche di questo
appuntamento.
Gli orari di apertura saranno: da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 19; sabato dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.
Entrambe le iniziative sono a ingresso gratuito e sono promosse dallo spazio fotografia
Quarenghicinquanta con il patrocinio del Comune di Bergamo e del Consolato del
Messico.
Nell’illustrare il progetto, l’esperto Ivàn Ruiz evidenzia: “Di fronte all’apertura che sta
vivendo l’arte della fotografia messicana contemporanea con la sua presenza in vari
scenari internazionali e considerando inoltre la ricerca e la sperimentazione che alcuni
giovani praticano nella loro opera, che in gran parte trova eco anche fuori dal Messico,
sarebbe difficile sostenere che una mostra di fotografi messicani, presentati fuori dai
confini del paese – in questa occasione a Bergamo – rappresenti o dia una visione
nazionale, come sarebbe potuto accadere soltanto alcuni decenni fa.
Nel caso di questa mostra, la principale caratteristica che si nota è l’assenza di qualsiasi accenno
folcroristico, che è evidenziata simbolicamente con la scelta cromatica in bianco e nero
come azione ed effetto in tutte le opere fotografiche che qui verranno esposte. Anche se il
lavoro di Everardo Rivera si può considerare giustamente come fotografia-documento, per
questa mostra l’artista ha selezionato dal suo ampio repertorio una serie di immagini che
evidenziano una tensione tra il registrare, il documentare e lo sperimentare dell’autore. In
questo modo, una fotografia con sfumature etnografiche, come quella che Rivera ha
scattato nelle vicinanze di varie ‘pulquerias’ e nelle cantine di Puebla e vicinanze,
contrasta in gran parte con alcune opere nelle quali l’abilità esecutiva si manifesta nei
processi di stampa, negli interventi e nei montaggi.
Per quanto riguarda Angela Arziniaga, con riferimenti ed alcune allusioni surrealiste con derivazioni di genere (si pensi a certi ricorsi da André Kortész a Francesca Woodman), espone una serie di fotografie
estempeiche, dove la scelta di un’angolazione al livello del suolo crea una serie di
deformazioni spazio-corporali. Inoltre, le stesse sono il risultato di una sperimentazione più
diffusa nel campo delle arti visive. Arziniaga rivisita forme di corpi e di oggetti come delle
entità evanescenti e fino a un certo punto ambigue. In conformità a questo ultimo lavoro, la
serie di Sergio Javier Gonzàles, concepita come un’esplorazione formale del proprio
autoritratto, si potrebbe interpretare come il risultato di una performance dove il corpo
dell’artista si espone dietro una vetrina, come fosse in una teca che attenti woyeurs
guardano. Questa serie, in particolare, deriva dall’idea del corpo umano visto come
materia nell’atto del modellare: concetto che proviene dalla body art, che tuttavia nel caso
di Gonzales assume carattere erotico e claustrofobico”.
La sperimentazione è uno degli aspetti che caratterizza questi tre autori. La critica d’arte
Stefania Burnelli sottolinea: “Il corpo, la luce, lo spazio. Il gioco, la memoria, la
performance. Sono vari i fronti di ricerca degli artisti messicani Angela Arziniaga, Everardo
Rivera, Javier Gonzales che usano l’obiettivo fotografico per sperimentare, provocare,
raccontare.
L’evento proposto dalla galleria Quarenghicinquanta a Bergamo, nell’aprire
una finestra sull’odierna scena artistica messicana, focalizza sulle specificità di ogni
singolo autore, nel segno della soggettività dello sguardo e dell’universalità della visione.
Non si tratta di un lavoro collettivo ma dell’intersezione di traiettorie diverse di indagine che
richiede una riflessione individuale. Si esplorano le prospettive dell’arte fotografica come
inquietudine di ricerca, come esercizio formale, come sfida estetica ed etica. Tre voci
diverse e audaci dialogano sui temi dell’attualità espressiva e degli orizzonti della
fotografia tenendosi fedeli all’unicità della propria poetica senza sottrarsi alla
contaminazione tra i linguaggi visivi contemporanei. Tre voci figlie di una cultura dalle forti
matrici identitarie, radicate nella lezione dei maestri del Novecento americano ed europeo
e aperte agli interrogativi connaturati all’evoluzione del mezzo tecnico, nella tensione mai
risolta tra autenticità e artificio”.
Per avere ulteriori informazioni consultare il sito internet www.quarenghicinquanta.it
L’iniziativa è organizzata con il patrocinio di: del Comune di Bergamo e Il Consolato del Messico a Milano.


