BIENNALE: L’ARTE DI SAPER ASCOLTARE
“Voces Indegenas” quando la voce è l’anima di un popolo.
Dal 09 maggio al 22 novembre Venezia ospita la 56° Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia, con 136 artisti selezionati, dei quali 88 espongono per la prima volta alla Biennale, provenienti da 53 paesi. Accanto alla mostra principale 89 padiglioni suddivisi per nazioni con interessanti new entry come Grenada, Mauritius, Mongolia, Mozambico, Seychelles. Oltre al Padiglione Centrale, ai Giardini sono stati realizzati 29 padiglioni stranieri, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, ottenendo nel complesso di tutte le installazioni uno scenario in cui simboleggia la disordinata multiculturalità geopolitica nell’attuale stato delle cose, a cui gli artisti reagiscono con vitalità cercando di trovarvi un senso.
Venezia (Tcg News).- Nello spazio dell’Isolotto dell’Arsenale, a mezzo giorno del 08 di maggio è stata inaugurata la mostra sonora proposta dall’Istituto Italo Latino Americano IILA, con la partecipazione della Miss Panama Universo 2014, Yomatzy Hazlewood delegata dall’artista Humberto Vélez (Panama), presente alla mostra con una performance come Miss Education 2014. E’ la prima volta nella storia che un concorso di bellezza interviene nell’arte, questa idea nasce con il fine di abbattere i pregiudizi artistici ed intellettuali. “Sono l’arte vivente in Panama e qui alla Biennale” dichiarò Yomatzy.
L’Istituto IILA, che ormai è presente da 43 anni all’esposizione con il proprio padiglione, insieme alle Ambasciate dei paesi latinoamericani membri e il Goethe Istitut, In questa edizione 2015 ha presentato una grande installazione sonora, istallazioni che hanno dato voce, spazio e diritto all’espressione dei popoli, il nome della mostra: “Voces indigenas”, quando la voce è l’anima di un popolo.
“Voces indigenas” sono le voci indigene, le voci dei popoli etnici autoctoni, voci che chiedono giustizia, rispetto, incontro e confronto, espressioni di linguaggi che raccontano la loro storia e testimonianza, tradizioni, magie e valori dei gruppi etnici estinti o in via di estinzione. In questa mostra, si raggruppano diversi Paesi i quali propongono con “Voces Indigenas” l’ascolto dei dialetti indigeni , come un potente coro di lingue, non un sussurro, ne una voce morta o estinta , ma l’espressioni di culture che vogliono parlare dei diritti della natura, del legame con la terra e dire che sono un tesoro genético – culturale vivo e da custodire per il futuro. Attraverso dei messaggi, delle parole, dei suoni, il pubblico ha potuto quindi immergersi nell’esperienza creativa, tenendo a mente la componente sonora e non solo quella visiva.
La organizzazione generale a cura del Commissario Sylvia Irrazàbal, Segretario Cultural IILa insieme al curatore Alfons Hug ed il curatore aggiunto Alberto Saraiva, ricordano che le voci indigene sono voci mai taciute che vogliono farsi sentire attraverso i secoli, raccontando la loro storia per testimoniarne i valori dei popoli e della terra.
Gli artisti riuniti in questa unica voce dell’arte, quella delle proprie radici, dei propri popoli di origine, sono:
Sofia Medici e Laura Kalauz (Argentina) Language: Selk’nam, Patagonia (extinct)
Sonia Falcone e José Laura Yapita (Stato Plurinazionale di Bolivia) Language: Aymara
Adriana Barreto (Brasile) Language: Sateré-Mauwé, Brazil, Amazonas
Paulo Nazareth (Brasile) Language: Kaiwá
Rainer Krause (Cile) Language: Yagán
León David Cobo María Cristina Rinc,ón e Claudia Rodríguez (Colombia) , Language: Sáliba
Priscilla Monge (Costa Rica) Language: Maléku
Fabiano Kueva (Ecuador) Language: Yagán
Mauricio Kabistan (El Salvador) Language: Náhuat
Sandra Monterroso (Guatemala) Language: Maya
Barbara Prézeau Stephenson (Haiti) Language: Haitian Creole
Leonardo González (Honduras) Language: Tol
Humberto Vélez (Panama)
Raúl Quintanilla (Nicaragua) Language: Miskito
Erika Meza e Javier López (Paraguay) Language: Sanapana
José Huamán Turpo (Perù) Language: Harákmbut
Gustavo Tabares (Uruguay) Language: Charrua (remaining words)
special guest Ellen Slegers (partecipazione speciale, artista tedesca legata all’America Latina)
Padiglione America Latina, ascolta le registrazioni originali presentate dagli artisti
http://universes-in-universe.org
Ogni artista ha proposto una registrazione sonora, ad esempio l’artista Gustavo Tabares dell’Uruguay ha presentato la lingua Charrua, ormai estinta. I charrua si sono ormai estinti del tutto, “solo restano 50 parole recuperate dal Dottore Vidal, uno studioso che registrò una persona che pronuncia singole parole, come i numeri, nomi di animali, parti del corpo umano, oggetti, che non consentono però formare frasi complete. Questo impedisce di recuperare questa lingua” “Purtroppo è il prezzo della civilizzazione che i nostri popoli hanno pagato, adesso bisogna che si costruisca una coscienza sui fatti, per far si che non si ripeta con le altre culture” ha dichiarato Tabares.
Mentre questo artista riflette sulla lingua estinta del suo paese, la boliviana Sonia Falcone commenta che ha dei piani per il futuro delle lingue del suo paese, “Mi sento orgogliosa come artista, come latinoamericana, come boliviana dando il mio apporto in questa mostra sonora, io penso che tutti devono essere orgogliosi delle proprie origini, senza vergognarsi. Vorrei creare una fondazione che contribuisca al recupero e allo studio delle lingue boliviane, per promuovere i diritti dei popoli e fare si che le persone si sentano libere di comunicare attraverso le proprie lingue”.
Negli ultimi anni questi popoli hanno iniziato a far sentire la propria voce e cosi l’IILA, sempre molto attento e con la sensibilità che lo contraddistingue, in questa Biennale, ha voluto dare lo strumento per far sentire “le voci” attraverso l’arte del saper ascoltare
Di Elsy Aparicio | Tcgnews.it
Foto: Tcgnews.it
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