Tiriamo le somme

Ieri è finito il Milano Latin Festival, e praticamente possiamo dire che, in fondo, è finita l’estate, questa prima, vastissima, caotica, estate Latina. Perché non possiamo fare finta di niente, dobbiamo dirlo, questo è il primo anno senza Latinoamericando; il festival più grande d’Europa è finito, forse, definitivamente, ha fallito nel suo intento di patinare la cultura latina rendendola uno spettacolo per pochi, di incelofanare un continente dentro una confezione che sapeva di finto, di elitario. In tutto questo un pensiero non può che andare a Juan Jose “Pepe” Fabiani, che ci ha lasciato troppo presto. Con i suoi colpi di genio e la sua “testardaggine” ha “inventato” l’America Latina in Italia, e con lui le cose forse non sarebbero andate meglio, ma comunque sarebbero andate diversamente.
Latinoamericando, invece, ha fallito, ed ha lasciato un grande vuoto.
Un vuoto che è stato colmato dalla passione e dalla forza di chi crede ancora che questa cultura non è fatta per essere rinchiusa, ma per essere vissuta da chi balla, da chi suona, da chi vive latinoamericano. Il Milano Latin Festival, il Latin Fiexpo, Miss Latina Internacional, il Villaggio Latino è una miriade di altri eventi (non ce ne voglia chi non abbiamo citato, non l’abbiamo fatto apposta), ma prima di tutto le comunità latinoamericane, hanno fatto con naturalezza quello che, spontaneamente, facevamo da piccoli quando ci davano il nostro giornalino preferito, distruggendo il cellophan e ignorando la copertina, per andare subito al contenuto ed assaporarlo al massimo.
Quella che è appena ufficialmente terminata è stata un’estate splendida, in cui abbiamo perso due mesi che erano un’istituzione, ma ne abbiamo guadagnati quattro pieni di eventi ed iniziative, non solo ad Assago ma in tutta la Lombardia; abbiamo perso i palchi importanti e alcuni artisti internazionali, ma abbiamo avuto indietro le piste piene di ballerini e di allegria, autentiche e vive nella loro passione. Abbiamo perso la forma, ma abbiamo ritrovato la gioia di vivere: America Latina e Italia sono finalmente tornate a ballare assieme.
Anche noi “Tcginos”, nel nostro piccolo, abbiamo trovato il nostro spazio in questa estate Latina, che ci ha fatto crescere raccontandovi il nostro piccolo mondo in tutte le sue sfaccettature, alcune molto belle, altre un po’ meno, ma tutte sempre e comunque autentiche.
Anche se forse non si sente troppo, per il mondo latinoamericano questa estate ha rappresentato un giro di boa, un cambiamento radicale che per ora ha confermato che la cultura latinoamericana è molto di più di una moda o di un pretesto commerciale, ma è una necessità di questo paese, una splendida forma di integrazione.
Cosa succederà l’anno prossimo non possiamo ancora saperlo, ma siamo sicuri che, qualsiasi cosa accada, l’Italia non smetterà mai di “latinoamericare”, e noi saremo lì per raccontarvelo.
“Soy America Latina, un pueblo sin piernas però que camina”.
Di Giovanni Ricciardi | Redazione Tcgnews Milano