Fase 2: le città riaprono il 4 maggio, ecco cosa cambia
Tra fughe in avanti, prudenti riaperture e marce indietro, l’Italia si prepara ad affrontare, lunedì 4 maggio, l’avvio della Fase 2. Le Regioni sono tutt’altro che allineate e ognuna redige ordinanze ad hoc per il proprio territorio.
ROMA – “Ci stiamo preparando ad aprire in sicurezza ville storiche, parchi e giardini pubblici di Roma, che da lunedì torneranno ad essere accessibili anche se con le dovute cautele e limitazioni”. Così su Facebook la sindaca di Roma Virginia Raggi. La prima cautela “la più importante per evitare nuovi contagi, è il divieto di assembramento – spiega – Ma sarà comunque possibile passeggiare e fare attività fisica individuale nel rispetto delle distanze dalle altre persone.
A Roma, ancora, bus e metro fino alle 23.30, esercizi commerciali aperti fino alle 21.30 ma take away e delivery consentiti anche oltre, ora di punta spalmata dalle 8.30 alle 11.30 e l’80% dei dipendenti capitolini in smart working. E poi stazioni, bar e locali sorvegliati speciali con droni a sorvolare i parchi che iniziano a riaprire i cancelli, prime fra tutte Villa Borghese e Villa Pamphilj.
PIEMONTE – Il governatore Alberto Cirio annuncia un ‘Bonus Piemonte’ per la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. La misura prevede un contributo a fondo perduto per aiutare le aziende a riaprire. Il bonus vale 2.500 per ristoranti, gelaterie, catering, bar (10.032), estetiste e parrucchieri, sale da ballo e discoteche. Per la ristorazione senza somministrazione, ovvero gastronomie, piadinerie e pizza al taglio, e per le spa, il bonus è di 2.000 euro. L’intervento vale 88 milioni di euro complessivi e prevede l’accredito della somma direttamente sul conto corrente delle aziende.
NAPOLI – “Nell’avvicinarsi a questa fase 2, se si innestano il caos istituzionale voluto e la frenesia popolare anche giusta dopo due mesi, c’è il rischio che la situazione diventi incontrollabile non solo qui a Napoli ma in tutta Italia”. Lo ha detto all’ANSA il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Il primo cittadino in questi mesi più volte ha chiamato in causa la “distonia” tra la linea del Governo e le ordinanze adottate dalla Regione Campania.
Sì al cibo d’asporto, niente fasce orarie per passeggiare e sì alla possibilità di correre in CAMPANIA. La decisione della Regione è arrivata dopo un “incontro di merito con la task force e i rappresentanti delle Camere di Commercio della Campania”. “Si è decisa la riapertura all’attività dell’asporto sulla base di queste norme – si legge nella nota – Il servizio viene svolto sulla base di prenotazioni telefoniche o online; il banco vendita sarò posto all’ingresso dell’esercizio commerciale; i gestori sono responsabili del distanziamento sociale e anche di quello di eventuali riders per il delivery; è assolutamente obbligatorio l’uso da parte del personale di mascherine e guanti; il mancato rispetto delle norme comporterà la chiusura per una settimana del locale”. “Si è deciso inoltre, anche in conseguenza delle decisioni di questa mattina, di eliminare le fasce orarie in cui era consentita l’uscita dei cittadini. Rimane in vigore la fascia oraria tra le 6 e le 8,30 del mattino che viene riservata a quanti intendono svolgere attività sportiva anche con corsa veloce e senza mascherina (jogging), rispettando comunque il distanziamento sociale, si sottolinea.
FIRENZE – Parchi, fra cui quello delle Cascine e l’Anconella, e cimiteri riaperti, supporto alle famiglie con bambini nelle aree verdi, guanti obbligatori su bus e tram: sono alcuni dei punti dell’ordinanza del Comune di Firenze per la fase 2. “Il 4 maggio – ha spiegato Nardella – aprono parchi e giardini: non tutti, una prima parte. Il 4 aprono anche i cimiteri. Il 6 maggio invece partiamo con gli orti urbani, e con le attività di assistenza alle famiglie con bambini nei giardini e nei parchi. Poi la settimana successiva, sulla base delle risultanze del monitoraggio, prevederemo l’apertura anche di ulteriori parchi e spazi verdi”. Oltre al rispetto delle distanze di sicurezza, l’obbligo dell’uso di guanti protettivi (monouso o lavabili) è previsto “sui bus – ha detto il sindaco – sul tram, negli orti urbani, e nei cimiteri, mentre nei parchi e nei giardini è fortemente raccomandato. Chi esce di casa è bene che si porti la mascherina, anche se pensa di uscire da solo”. Per Nardella “la fase 2 non è la fase del ‘tana libera tutti’, noi puntiamo sul senso di responsabilità e sul senso civico dei cittadini”, un appello rivolto “con la soddisfazione di aver constatato che in queste settimane i fiorentini, nell’insieme, si sono comportati abbastanza bene”.
MILANO – Anche con la riapertura parziale della città che inizierà da lunedì a Milano le zone a traffico limitato, Area B e Area C, rimarranno sospese. Lo ha stabilito il sindaco, Giuseppe Sala, con un’ordinanza che è stata firmata venerdì e che prevede di prolungare la sospensione delle due Ztl, quella del centro città, Area C, e quella che coinvolge quasi tutta Milano, Area B, fino al 31 maggio. Il provvedimento del Comune riguarda anche la sosta che rimane “libera e gratuita” fino al 31 maggio, “negli spazi di sosta riservati ai residenti, le cosiddette strisce gialle, e negli spazi di sosta a pagamento, le strisce blu, su tutto il territorio cittadino”.
VENETO – “Quando dico che il Veneto è pronto a riaprire, fatto salvo il parere della Comunità scientifica, voglio dire che se il Comitato vuole tentare un’apertura, oggi, domani noi ci siamo”. Lo ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia, nel consueto punto stampa sull’emergenza Coronavirus. “Il che non vuol dire – ha aggiunto – che sto promuovendo cose che non si possono fare, ma semplicemente che la rete sanitaria veneta è pronta ad affrontare tutto”.
LIGURIA – Una settantina di sindaci liguri hanno sottoscritto un documento con il quale si invita il governatore ligure Giovanni Toti a non disporre nuove ordinanze nella gestione della Fase 2 “privilegiando realismo e senso di responsabilità”. Tra i firmatari i sindaci di Savona Caprioglio e Imperia Scajola. “In linea con quanto affermato dal presidente di Anci Decaro, che ha giustamente stigmatizzato il ‘protagonismo regionale’” i sindaci ribadiscono “la necessità di una coerenza istituzionale tra le decisioni dello Stato e degli Enti territoriali”.
In FRIULI VENEZIA GIULIA è allo studio la possibilità di riprendere le visite agli anziani nelle case di riposo, mentre in EMILIA-ROMAGNA da lunedì scatta l’obbligo della mascherina – sia nei locali pubblici, sia all’aperto – e rimane il divieto di accesso alle spiagge anche per chi abita al mare. Via libera invece alle biblioteche per il prestito dei libri, anche se alcuni Comuni, a cominciare da Bologna, le terranno chiuse. Ok anche all’accesso alle seconde case, purché nell’ambito della stessa provincia, da soli e in giornata.
In PUGLIA via libera alla pesca amatoriale e alla riapertura degli esercizi di toelettatura degli animali: sarà possibile anche raggiungere le seconde case, ma solo per fare manutenzione, così come saranno autorizzati gli spostamenti nella regione per la riparazione delle imbarcazioni da diporto. Dal 30 aprile sono aperti in CALABRIA bar e ristoranti, in un braccio di ferro con il governo che ha annunciato una diffida. Ma il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, avverte Roma: “rinunci alla prova di forza, all’esibizione muscolare, persegua la strada del dialogo e della leale collaborazione”. In SICILIA via libera al ritorno nelle seconde case, a condizione che non si faccia da spola con quella di residenza. Le società sportive sono autorizzate a iniziare attività amatoriali di corsa, tennis, pesca, ciclismo, vela, golf ed equitazione. Divieto di all’accesso nell’Isola almeno fino al 17 maggio. Il governatore della SARDEGNA Christian Solinas dà il via libera alle messe e agli allenamenti individuali dei calciatori, purché svolti a porte chiuse in centri all’aria aperta. Dall’11 maggio, poi, potranno riaprire anche parrucchieri e negozi di abbigliamento L’UMBRIA, l’ABRUZZO e il MOLISE, infine, seguiranno sostanzialmente le indicazioni del Dpcm, così come la BASILICATA che dispone comunque l’isolamento domiciliare e il tampone obbligatorio per chi torna da fuori.