L’Italia ha sospeso l’utilizzo del vaccino AstraZeneca, in via temporanea e precauzionale
L’Agenzia per il farmaco italiana, Aifa, ha comunicato la sospensione immediata del vaccino anti Covid di AstraZeneca. La decisione, valida per tutto il territorio italiano, è arrivata in via precauzionale e temporanea, «in linea con quanto deciso da altri Paesi europei».
Lo scorso giovedì, Aifa aveva deciso il ritiro di un lotto di vaccino AstraZeneca a seguito della comunicazione di alcuni «gravi eventi avversi» , anche se non cerano prove che, a causarli, fosse stato il farmaco. Domenica 14 marzo, la Regione Piemonte aveva deciso autonomamente lo stop a un altro lotto di vaccino.
Aifa — che sta indagando per stabilire se vi fossero legami causali, al momento esclusi, tra i decessi (dovuti alla formazione di coaguli nel sangue) e la vaccinazione — ha spiegato che comunicherà appena possibile le modalità di completamento della vaccinazione per tutti coloro che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca.
La sospensione in altri Paesi europei
La somministrazione del vaccino AstraZeneca è stata sospesa, in tutto o in parte, e comunque sempre in forma temporanea e precauzionale, anche in altri Paesi, in Europa e non solo.
Ad oggi, si tratta di Germania e Francia (che hanno comunicato la decisione nella giornata di lunedì 15 marzo), Danimarca, Norvegia, Bulgaria, Islanda, Irlanda, Paesi Bassi, Indonesia.
In un primo momento anche la Thailandia aveva sospeso l’utilizzo del vaccino, ma ha poi fatto marcia indietro: la somministrazione delle fiale di AstraZeneca ripartirà domani e i primi a ricevere le dosi saranno il premier Prayut Chan-o-cha e i ministri del suo governo.
Austria, Estonia, Lettonia, Lituania e Lussemburgo, invece, hanno ritirato solo le dosi provenienti da un lotto su cui sono in corso indagini.
I dati sulla sicurezza
L’Agenzia Europea per i medicinali (Ema) ha ribadito più volte, negli ultimi giorni, che il vaccino AstraZeneca è da considerarsi sicuro.
Martedì arriverà un nuovo giudizio sulla sicurezza del vaccino da parte dell’autorità europea.
L’Ema, in particolare, ha spiegato che il numero di eventi tromboembolici nelle persone vaccinate non è superiore a quello osservato nella popolazione generale. Anche l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, ha fatto sapere che non c’è alcun motivo per smettere di somministrare il vaccino.
AstraZeneca, nella giornata di domenica, aveva comunicato i dati relativi alla sicurezza del suo vaccino. Finora in tutta Europa e nel Regno Unito — ha detto la società anglo-svedese, «su un totale di 17 milioni di soggetti vaccinati con il vaccino anti-Covid di AstraZeneca, «ci sono stati 15 eventi di trombosi venosa profonda e 22 eventi di embolia polmonare segnalati tra coloro a cui è stato somministrato il vaccino, in base al numero di casi che la Società ha ricevuto all’8 marzo». La società sottolinea che «il dato è molto più basso di quanto ci si aspetterebbe che si verifichi naturalmente in una popolazione generale di queste dimensioni ed è simile per altri vaccini Covid-19 autorizzati».
Come spiegato qui da Andrea Cossarizza, professore ordinario di Patologia generale e Immunologia all’Università di Modena, «l’incidenza annua del tromboembolismo è di un caso ogni 1.000 abitanti. In Italia ci si può attendere circa 60mila casi all’anno, 1.150 alla settimana, 166 al giorno» e questo indipendentemente dalla vaccinazione.
In altre parole: che possano verificarsi alcuni episodi di trombosi nei giorni o nelle settimane successivi al vaccino è probabile, ma resta da provare che a causare gli episodi sia stato il vaccino.
Articolo in aggiornamento…15 marzo 2021 (modifica il 15 marzo 2021 | 16:49)© RIPRODUZIONE RISERVATA